venerdì 16 dicembre 2016

21) Un protagonista per l'Indaco

Per la redazione di questo post ho avuto parecchie difficoltà, in quanto non riuscivo a trovare nessun personaggio storico che avesse nel colore indaco un elemento distintivo.
Fino a quando non ho abbassato lo sguardo, e mi sono accorto di avere un paio di jeans.

Ho deciso di parlare di Levi Strauss.

Nato in Germania nel 1829, si trasferì negli Stati Uniti dove i due fratelli possedevano già un'industria di abbigliamento. Tuttavia egli decise di imparare la lingua e di diventare un imprenditore indipendente. Nel vivo della corsa all'oro, in California, ebbe l'intuizione di inserirsi nel mercato dell'abbigliamento in ambiente minerario. Fondò così la Levi Strauss & Co.
Per i minatori, inventò un altro tipo di abbigliamento: la salopette.
Ma il motivo principe che mi porta a parlare di lui è l'invenzione del Jeans.
Venne ideato come abbigliamento di lavoro per i minatori, dotato di cinque tasche rinforzate con rivetti di rame, poiché erano molto usate dai lavoratori, e brevettato il 20 maggio 1873 dall'US Patent and Trademark Office. Cosi ebbe l'esclusiva di produzione sui robusti pantaloni, tenuti insieme dalle cuciture tradizionali e dai rivetti appena brevettati. Ebbero un immediato successo tra i "miners" A partire dal 1890 venne usato il tessuto Denim, resistente e pesante.
Fino alla Seconda Guerra Mondiale il jeans era un'indumento da lavoro, ma ebbe successo dopo gli anni '50 soprattuto tra i giovani, ispirati dai primi idoli del rock and roll.
Ma la vera esplosione si ebbe negli anni '60 della contestazione globale. Quale indumento poteva esprimere al meglio il rifiuto delle convenzioni sociali, della moda? Esso, anche per la semplicità delle sue forme, divenne un arco di collegamento tra le diverse classi sociali. Divenne quindi un simbolo di contro cultura.
Adesso non ci facciamo più caso, perché i jeans sono utilizzati praticamente da chiunque: dal datore di lavoro allo studente, dalle star del cinema all'operaio, ed è il simbolo dell'abbigliamento trans-nazionale, in quanto è quasi una costante in tutto il mondo.
Ottimo lavoro,  Levi Strauss!

16) Indaco nel design

LAMBORGHINI
Questo dovrebbe già bastare.

Quando si parla di Lamborghini, sono tre le cose che vengono in mente:
1) Quanto è bassa?
2) Quanto è spigolosa?
3) Ma che rombo fa!?
Ovviamente del punto 1) e 3) non tratterò, mentre riguardo al punto 2) ci sono da dire varie cose.
In primis, l'aerodinamica impone forme affusolate, regolari, e prive di spigoli vivi...la Lamborghini evidentemente non lo sa, e continua a produrre delle magnifiche autovetture che sembrano disegnate col righello.
Questo modo di procedere è quello che caratterizza e distingue i modelli di questa marca, dalla Countach del 1974 alla concept Centenario del 2016.
Il ricco proprietario di quest'auto ha enfatizzato ancor di più questa estrema spigolosità evidenziando con un colore arancione fluorescente i bordi della carrozzeria, così da far sembrare il veicolo un modello disegnato al computer.
E' al limite tra il tamarro e il geniale, ma è sicuramente degno di nota.

Probabile volto del conducente

22) Indaco in architettura

L'Ágora è uno spazio polifunzionale, cioè una piazza coperta, che si trova nella Città delle Arti e delle Scienze di Valencia. È stato progettato da Santiago Calatrava.


Il rivestimento colorato è costituito da un mosaico che impiega frammenti di azulejo, tipica ceramica dell'architettura portoghese e spagnola, è alta 80 metri e la pianta ellittica è di circa 5000 metri quadri.

20) Indaco nella moda


Quello in foto è un abito da cerimonia presentato d Donatella Versace nella Collezione Atelier Autunno Inverno del 2015.
Si può notare il mix perfetto tra contemporaneità e stile anni '50 arricchito da elementi rock, per esaltare la silhouette della donna.

 
Anche Mika apprezza i grandi nomi della moda Italiana!
In questo selfie, scattato prima di andare in onda su X Factor, indossa un abito firmato Valentino.

18) Indaco nelle arti pittoriche

-Autore: Henri Matisse
-Titolo del dipinto: La Danse (La Danza)
-Anno: 1909 (prima versione), 1910 (seconda versione)
-Luogo: Museum of Modern art di New York (prima versione), Museo dell'Hermitage di  San Pietroburgo (seconda versione)
Danza I

Danza II

La prima cosa che si nota è la semplicità del tratto, caratteristica che contraddistingue lo stile del pittore. Sono rappresentate cinque danzatrici sulla Terra, di cui si mostra chiaramente la curvatura, e sullo sfondo un misterioso cielo blu o addirittura viola, molto diverso da quello che si vede abitualmente. Esso ha un contrasto molto inciso con la pelle rossa dei soggetti, ed è proprio questa la caratteristica dei Fauvisti (le "belve"): accostare colori in modo innovativo e impressionante.
Le due tele sono di dimensioni pressoché identiche, tuttavia la seconda è più importante poiché c'è un maggiore contrasto nei colori e c'è maggiore dinamismo dei soggetti.