lunedì 31 ottobre 2016

10) Indaco emblema di...

L'indaco, più esattamente quello più simile al viola, è spesso associato a sentimenti nostalgici, oppure può anche ricordare ambienti più sofisticati come per esempio quelli nobili.


Una nota marca di cioccolato ha fatto di questo colore un vero e proprio simbolo del suo marchio, tant'è che il solo colore rimanda proprio al prodotto, e appare spesso nei suoi spot. Ha addirittura il diritto esclusivo di utilizzo!
Consiglio di dare un'occhiata al sito ufficiale per rendersene conto immediatamente.
(diffidate dalle imitazioni, tipo Milka).


08) Indaco e le superstizioni

Non proprio l'Indaco, ma il Viola, è un colore liturgico.
Dal 1969, il viola è usato nelle Domeniche dell'Avvento, della Quaresima, per il Sabato santo, la Riconciliazione e per il giorno dei morti. In passato veniva usato anche nei battesimi e negli esorcismi.
Il punto è che nel medioevo, durante i quaranta giorni della quaresima venivano vietati gli spettacoli teatrali, perciò gli attori e i lavoratori del teatro in pratica rischiavano di morire di fame. Per questo il colore Viola non è ben visto in ambiti teatrali/televisivi e viene spesso vietato.

07) Indaco nel cinema

Si distingue bene il colore Indaco nel film d'animazione Aladdin, in particolare:
-nell'abbigliamento
-è il colore del Genio della lampada
-in molte ambientazioni, dove il cielo è di colore viola
-nel logo
e per questo esso fa sicuramente parte della "palette" di questo capolavoro.



Fonte: http://www.ilpost.it/2015/04/02/disney-palette-colori/film-disney-palette-colori-8/

06) Indaco nella scienza

Un giovane Isaac Newton, intorno agli anni 1660, comprò dei prismi in una fiera vicino Cambridge e poco dopo fece la storia dell'ottica con un celebre esperimento: fece attraversare uno di essi da un fascio di luce solare molto stretto, proiettando lo spettro (simile all'arcobaleno) su un muro. Quello che riscontrò fu che esso era un continuo di colori, ma decise di discretizzarlo in 7. Per fare ciò, poiché la sua vista non era eccezionale e inoltre voleva garantire una certa obiettività nelle osservazioni, chiese a un suo amico di separare la proiezione e dividerla in 7 colori principali: Essi, come già detto, sono Rosso, Arancione, Giallo, Verde, Blu, Indaco, Viola.
Secondo questa rappresentazione, tuttavia, il colore che lui indicava come Indaco non è quello che è ufficialmente riconosciuto adesso, ma sarebbe un colore molto più simile al blu scuro, mentre quello che lui indicò con Blu è in realtà un azzurro chiaro.
C'è anche da dire che noi esseri umani abbiamo molte difficoltà del distinguere tonalità di colore tra il blu e il viola (come si può notare nell'arcobaleno qui sotto, dove le ultime due bande sono quasi indistinguibili), quindi la posizione del "reale" colore Indaco non è molto chiara ed è ancora dibattuta.
Possiamo dire però che il caso del colore Indaco è affascinante perché ha messo in luce (gioco di parole a parte) le difficoltà che abbiamo nel comprendere la natura fisica delle cose, in particolare il fatto che la luce, quella solare, non è semplicemente un insieme di colori messi assieme, ma un continuo di spettri costituito da varie lunghezze d'onda, ciascuna con una sua intensità.
Fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Indigo

domenica 16 ottobre 2016

05) Indaco nella musica

Nightbook (2009) è un album del compositore italiano Ludovico Einaudi. La quarta traccia, della durata di 5:21, si chiama proprio Indaco.
In questo album è possibile rendersi conto di un cambio di stile nella sua musica, in quanto affianca al suo caratteristico pianoforte altri strumenti classici, ma in alcune tracce (tra cui Nightbook e Night Labyrinth) fa anche uso del sintetizzatore e delle percussioni.
Inutile dire che come tutte le opere di Einaudi, è piacevolmente rilassante.

04) Indaco nel mito

(Premessa: per quanto riguarda la mitologia antica, la ricerca è stata estesa al colore blu. Per quanto riguarda invece il mito New-age dell'aura, il colore analizzato è proprio l'indaco.)

Sin dai tempi dei Greci, il colore blu-azzurro rimanda alla sovraumanità del cielo, visto come simbolo di una realtà più grande della dimensione umana, ed è per questo che è stato sempre associato alle divinità.
Per i buddisti, il blu trasforma la rabbia in saggezza.
Anche le civiltà medio-orientali ebbero una visione elevata per questo colore, tanto da essere spesso affiancato all'oro nelle decorazioni. Il colore blu era dato dalle pietre di lapislazzuli.

Spostiamoci adesso verso il presente, e  chiariamo il concetto di "aura".
Nel contesto della parapsicologia (teorie prive di fondamenti scientifici) l'aura è una radiazione luminosa emessa da ogni essere vivente ma non visibile all'occhio umano. L'aura appare in molte raffigurazioni religiose, per esempio quelle della Vergine Maria o di Gesù, tuttavia le teorie più moderne ritengono che l'aura sia una caratteristica di ogni essere umano e che essa rifletta l'animo e la salute dell'individuo.
Si ritiene che un certo tipo di individui emanino un'aura di colore indaco (non è ben chiaro con quali tecniche di visualizzazione), e che questa indichi che la persona sia dotata di particolari caratteristiche.
Il termine "bambini indaco" è nato perché questa particolarità è più evidente nei bambini piuttosto che negli adulti, ma l'aura indaco è riscontrabile anche in persone anziane.
Si ritiene che i bambini indaco abbiano un animo che viene da altre dimensioni, o addirittura che provengano da un altro pianeta, e questa intrinseca consapevolezza porterebbe a dei comportamenti insoliti per i bambini, per esempio il fatto di sentirsi appartenenti a qualcosa di più grande della propria famiglia, o quello di avere persino paura della grandezza dell'universo. Essi infatti hanno una mentalità più aperta, creativa, ma allo stesso tempo comprendono meglio i problemi che dovrebbero interessare solo gli adulti.

03) I codici per l'indaco

Come ho già accennato nello step 01), l'indaco è ottenuto nel modello di colore CMYK (Cyan, Magenta, Yellow, Key black)  con ciano e magenta entrambi al 100%, azzerando il giallo e il nero.

Lo schema numerico che è più largamente utilizzato in informatica è quello esadecimale, basato cioè su 16 simboli che sono i numeri da 0 a 9 e le lettere dalla A alla F.

Il sistema RGB è quello usato dai monitor. Ogni pixel infatti è in realtà una combinazione di 3 celle di colore diverso: rosso, verde, giallo. Questi tre colori se miscelati opportunamente possono dare vita tutti i colori percepibili dall'occhio umano.

Un sistema simile al RGB è l'Hut Saturation Brightness, che si basa sui colori rosso, verde e blu ma posizionandoli in una sorta di cerchio chiuso. Questo costituisce la base di un cilindro lungo la cui altezza variano la luminosità e la saturazione.

Ecco schematizzati questi 4 modelli per l'indaco (Fonte: Wikipedia)



Un altro modo di catalogare i colori è quello Pantone.
il sistema pantone è stato messo a punto negli anni cinquanta per poter classificare i colori nel sistema di stampa a quadricromia CMYK. L'indaco corrisponde al Pantone 2685

domenica 9 ottobre 2016

02) L'indaco nel mondo

Il nome indaco (in inglese indigo) deriva da India, la maggiore esportatrice di questo colorante.
Il primo a parlarne fu Plinio, indicandolo con il latino indicum.
Il termine greco che indicava indaco era Ἰνδικὸν φάρμακον, letteralmente "colorante indiano".
Attualmente il suo nome è molto simile in tutte le lingue principali, come ad esempio

Indigo (Tedesco, Francese, Danese, Croato, Sloveno)
Indi (Spagnolo)
индиго (Russo) pron. indigo
靛青 (Cinese) pron. Diànqīng

Ed è diverso solo in arabo dove si traduce con النيلي che si pronuncia alllawn alnnayli.


sabato 8 ottobre 2016

01) Definizione di INDACO

    
Sicuramente è il meno conosciuto dei sette colori tradizionali dell'arcobaleno, cioè Rosso Arancione Giallo Verde Azzurro Indaco e Viola, ma può sorprendere il fatto che, nel modello di colore CMYK, esso possa essere ottenuto con la composizione di 100% Magenta e 100% Ciano. Tuttavia l'occhio umano non riesce a distinguere bene le lunghezze d'onda tra il blu e il viola, e secondo alcuni, tra cui il professore Isaac Asimov, l'indaco NON può essere considerato un colore separato.
Il suo nome deriva da un colorante naturale chiamato proprio Indaco, noto all'umanità da circa 4000 anni, ma che in realtà è molto più simile al blu e, udite udite, è il colorante principale dei sempreverdi blue-jeans (gioco di parole a parte).
Il pigmento indaco originale è in realtà un pessimo colorante poiché con difficoltà riesce ad attaccarsi su fibra, tuttavia ha un pregio: col passare del tempo, anziché ingrigirsi diventa più brillante.

Fonte: Wikipedia